Riferimenti storici |
“Già a partire dalla fi ne del 1600 esistono citazioni su un vitigno a uva nera coltivato nell’attuale Veneto, o più probabilmente di un gruppo di vitigni chiamati con diverse denominazioni con una radice simile.
Una “recandina” viene segnalata come uva nera molto produttiva, tra le migliori uve del trevigiano
utilizzata per fare “vini neri per Venetia” (Agostinetti, 1679). Nel 1761 Santo Benetti cita la “recandina”
tra le varietà “di buona specie” e tra quelle che “vengono bene solamente nelle Terre grosse”. Alla fi ne del 1700 Domenico Zambenedetti nella memoria presentata alla Accademia Agraria degli Aspiranti di
Conegliano, consiglia la “Recaldina” tra le varietà da piantare sulle colline” (Zoccoletto, 2001).
La coltivazione di uve “recandine” viene riportata nei territori di Mestre e Noale (antica provincia di
Treviso) che sono giudicate come “ottime (…) a formare un vino generoso e nero vellutato” (Fapanni,
1810). Lo stesso Agostino Fapanni (1811) cita le “recandine” tra le uve “serotine”, che maturano nella
stagione tarda. Nella Ampelografi a generale della provincia di Treviso (1868) viene descritta la “Recaldina
nera” di cui si ipotizza una possibile sinonimia con la Friulara del Padovano e con la Bassanese. Il
“Recandino nero” viene elencato tra le “qualità nostrali di viti più estesamente coltivate e generalmente conosciute” nella provincia di Treviso (Carpenè, 1873). Nella indagine condotta da Vianello e Carpenè pubblicata nel 1874 viene riportato il “Recandino” tra i vitigni rossi predominanti nei comuni di Istrana, Mogliano e Morgano (distretto di Treviso), Caerano (distretto di Montebelluna), Crespano e Maser (distretto di Asolo), Riese e Vedelago (distretto di Castelfranco), per un totale di 2.815 hl di vino prodotto. Vengono riportati anche dei dati su zuccheri ed acidità di uva raccolta ad inizio settembre 1870. Ottavio Ottavi (1874) cita “le Recandine” come uve nere a maturazione precoce coltivate nell’areale trevigiano. La “Recaldina” viene annoverata tra le varietà “per i vini neri più leggeri” che si coltivano nel distretto di Oderzo-Motta e tra quelle più rustiche (Porcia, 1874). Bortolo Foratti (1876) elenca il vitigno a bacca rossa “Recandino” tra quelli coltivati nel comune di Castello di Godego (TV). Nel 1877 Di Rovasenda nel “Saggio di una ampelografi a universale” elenca la “Recaldina nera”,
riprendendo l’Ampelografi a generale della provincia di Treviso, e il “Recandino nero” riferendosi a una
LE “RECANTINE” comunicazione del Dr. Carpenè. Questa citazione viene ripresa successivamente nel 1909 da Viala e Vermorel nell’opera “Ampèlographie” che riportano “Recaldina nera” come vitigno di Treviso. Dati analitici di un campione di uva “Recardina” prodotta a Conegliano nel 1890, analizzato da E. Comboni della Regia Scuola di Viticoltura e Enologia di Conegliano sono riportati nel volume “Notizie studi intorno
ai vini ed alle uve d’Italia” (1896). Nel 1901 Zava nell’ “Elenco descrittivo dei vecchi vitigni coltivati nel
Veneto” indica “Recandina” della provincia di Treviso come possibile sinonimo di “Recoldina” coltivata a Udine, quest’ultima ritenuta tra le migliori uve nere del Cantone di S. Vito Dipartimento del Tagliamento (Annali dell’agricoltura del regno d’Italia, 1813). Nei lavori di indagine e recupero dei vecchi vitigni condotti dall’ex Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano e da Veneto Agricoltura tra il 1998 e il 2000 sono state individuate in diversi areali del Veneto viti chiamate “Recantina”, ma corrispondenti a tre varietà
diverse che sono state denominate “Recantina”, “Recantina a pecolo rosso” e “Recantina a pecolo scuro” (Cancellier, 2004; AA.VV., 2005). In particolare, nell’areale di Castelcucco (TV) è stata recuperata una Recantina, denominata “Forner” dal nome della azienda, che è successivamente stata iscritta al Registro Nazionale con DM 19/09/2007 (GU 253 del 30/10/2007), mentre nella vicina zona di Fonte Alto (TV) sono state recuperate la “Recantina a pecolo scuro” e la “Recantina a pecolo rosso”, ben distinguibili dalla precedente (Cancellier e Giacobbi, 2004; Cancellier e Michelet, 2006; Cancellier et al., 2007). Queste ultime due sono state iscritte al Registro Nazionale nel 2020, rispettivamente con i nomi di “Recaldina” e
“Pecolo rosso” (G.U. 152 – 17/06/2020).
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